La Chiesa del Carmine Stampa
LA CHIESA DEL CARMINE PRIMA DEL RIFACIMENTO DELLA FACCIATA     
              
LA CHIESA DEL CARMINE

L’esistenza di questa chiesa risale ad epoca molto remota, e dai manoscritti dell’Archivio Comunale apprendiamo che la sua ufficiatura era affidata ai religiosi dell’annesso Conventino dei P.P. Carmelitani, a cui il popolo era molto affezionato.
Nell’ottobre 1644 i Priori della Comunità pregarono il Padre Provinciale dell’Ordine perché non trasferisse da Marciano un certo P. Giuseppe Prenedori, «il quale si comportava bene verso gli ammalati, teneva bene la chiesa ed era a tutti gradito».
Nel 1645 e nel 1651 il Comune più volte venne incontro alla povertà dei buoni Carmelitani con varie offerte, e nell’agosto 1646 sempre a spese della Comunità
furono restaurati chiesa e convento.
Quando poi, non si sa per quale motivo, fu decretata la soppressione del locale convento, i Priori si schierarono in favore dei religiosi, e il 7 luglio 1655 supplicarono Mons. Vescovo e il Granduca perché non venissero allontanati «quei Padri, i quali sono di grande aiuto alla Pieve di Marciano, composta di ben 166 famiglie».
L’intervento delle Autorità non valse a scongiurare la partenza dei Carmelitani, e la chiesa rimase affidata alla Compagnia della Morte, fino a che anche questa venne a sua volta soppressa nel 1792 per decreto del Granduca.
In seguito l’oratorio divenne semplice sede della Pia Associazione della Madonna del Carmine, quindi in epoca recente fu ceduto per l’ammasso del grano.
Le vecchie mura non ressero allo sforzo, e un bel giorno la parete di fondo con l’altare caddero in rovina. Per i lavori di restauro vennero spese alcune migliaia di lire, in gran parte raggranellate dai filo-drammatici paesani, ma mancavano ancora gli intonaci, l’altare ecc..
Per supplire a queste deficienze si pensò con animo cristiano e patriottico, di trasformare la chiesetta in devoto Sacrario per i caduti della guerra 1918. ma i progetti rimasero sempre sulla carta.

Nell’aprile 1941, auspice il Sig. Antonio Bacci si ripresero i progetti col proposito di portarli una buona volta a termine. Il 16 agosto successivo, convenientemente restaurata ed abbellita, la chiesa fu riaperta al pubblico, essendo presente Mons. Mignone, che consacrò il nuovo altare in marmo donato insieme alla balaustra, dalla famiglia Tosi-Gibellini. Le sole spese di restauro raggiunsero lire 6.000 e furono sostenute da tutta la popolazione, mentre molte persone al denaro aggiunsero donativi di sacre suppellettili.
Tra queste si distinsero i coniugi Natale ed Olivia Salvadori, che dotarono il Tempietto del pavimento in mattonelle e di una conveniente sagrestia, il Dott. Alberigo Fabbri, che regalò la statua della Madonna, Amedeo ed Angiolo Bigliazzi, che offrirono il legname occorrente per gli affissi, che gratuitamente costruirono Giuseppe e Luigi Ferretti, nonché tanti altri, i cui nomi sono stati trascritti nell’Albo d’Oro della nostra Pieve.

Si pensava che ormai tutto fosse stato sistemato, quando nel 1952 per la sostituzione di due cavalloni, minaccianti rovina, furono spese oltre L. 50.000 in gran parte raccolte dalla popolazione.

Brano tratto dal libro “Ricerche su Marciano” di Don Angelo Mencarelli

 

 

CHIESA DEL CARMINI

durante i restauri: interni ed esterni

 

 

CHIESA DEL CARMINE

dopo il restauro e l'imbiancatura della facciata

 

CHIESA DEL CARMINE

interno imbiancato e ripulito

 


 
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