Riflessione sulla Festività dei Morti Stampa
Scritto da stefano   
Martedì 02 Novembre 2010 15:24
Riceviamo e pubblichiamo una riflessione sulla giornata dei Defunti, da parte del nostro parrocchiano Evaristo Biagini
 
 
Il via vai di questi giorni al cimitero mi ha fatto ricordare quando,da ragazzo,assistevo ad un afflusso,ben maggiore e senz'altro più composto,di persone  che con mazzi di fiori, di ogni foggia e dimensione,si recavano a far visita ai loro cari che avevano concluso il loro pellegrinaggio terreno ed erano saliti alla casa del Padre.
Certo di tempo ne è passato e molte cose sono cambiate.Una di queste è il culto dei defunti che,un tempo,non significava soltanto portare fiori ed accendere un lume sulla tomba dei cari estinti ma induceva anche e soprattutto a riflettere sulla vita e sulla morte.
Ma già! Oggi questi concetti,pur convivendo ogni giorno con macabri e tragici eventi di morte e di efferata crudeltà,sono rimossi dal sentire comune perchè pensare e riflettere sulla morte vuol dire dare il giusto valore alle cose,ristabilire la giusta priorità nell'importanza delle stesse,distinguere veramente e serenamente il banale dal serio,il caduco ed il contingente dal duraturo,la futilità dalla serietà,l'essenziale dall'effimero.
Purtroppo,però,la cultura ( ma sarà vera cultura? ) dominante squalifica ed irride questi ragionamenti e li bolla come retrivi,reazionari,nostalgici e bambineschi. Sì! Perchè oggi la società che abbiamo contribuito a costruire impone di mandare in soffitta il cervello perchè bisogna consumare sempre e comunque,perchè bisogna far crescere il PIL ( nuovo nome del demonio secondo molti filosofi e sociologi ) anche se tutto questo significa inquinare l'ambiente,soffocare il senso di soliedarità verso i poveri,i deboli e gli ultimi ( tranne qualche lodevolissima ma rarissima eccezione), rincorrere con ossessiva bramosia una felicità fatta di cose,di soldi,di piaceri,di visibilità,significa infine privilegiare l'avere sull'essere,stimare ed ammirare l'individuo più per quello che ha che per quello che è!
Ecco percè si tenta,e purtroppo ci si riesce,di rimuovere dala testa dell'uomo comune il concetto di " morte "; perchè se si pensa a questo destino ineluttabile e ultimo le cose che ci circondano assumono un valore diverso e più giusto e si è meno suggestionabili dai messaggi espliciti ed impliciti che,invece,stimolano a pensare solo all'oggi,a divertirsi,a cercare la felicità nelle cose più futili ed insignificanti,a fare dell'oraziano CARPE DIEM il nuovo vangelo!
Non è profezia campata in aria prevedere per il genere umano un brutto destino se tutti noi non toneremo a privilegiare,pensando alla morte ed ai morti,le cose che contano veramente e che sono veramente importanti!
 
 
Evaristo Biagini
Martedi 2 Novembre 2010 
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Ultimo aggiornamento Mercoledì 10 Novembre 2010 19:44